XII Trofeo Gianluca Genoni 2017

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Risultati Trofeo Genoni (Mortara – Pavia) 2017:

1°  STA – 7’32”

1° DYN – 224,52 mt in 3’11”

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Ecco il Video dell’Apnea Statica (STA):

Tanti anni sono passati da quel lontano 2006, quando a Lucca ho partecipato alla mia prima gara di apnea con Gianluca Genoni. Allora si trattava del Trofeo PSS, secondo “trofeo amatoriale” organizzato dal pluricampione mondiale Gianluca Genoni, col quale, da allora, sono diventato sempre più amico.

Ricordo bene la misura con cui vinsi la gara di apnea dinamica con monopinna: 128m

Allora l’apnea però era diversa, non si conosceva tutto ciò che si sa oggi e i grandi campioni italiani avevano solo da poco cominciato a tracciare la strada dell’evoluzione apneistica mondiale. E anche le attrezzature erano diverse: allora si viaggiava con mute da 3mm, magari bifoderate, si usava la maschera al posto degli occhialini, le monopinne erano piatte (quelle a pala inclinata non erano (forse) ancora state inventate), e già indossare del carbonio ti faceva sentire il più figo della compagnia, come avere il Cobra elaborato e il “chiodo” alla fine degli anni ’80. E per finire, come zavorra, utilizzavamo una bella cinturona piena di piombi da 1 kg, con una mostruosa tendenza a farti cadere le gambe e che non consentiva minimamente di preparare un assetto adatto allo “slide” o quantomeno a pensare solo all’avanzamento come invece ci consentono i moderni collarini. Al massimo si provava a prepararsi con un po’ di Yoga e di Pranayama, un po’ di Nadi Shodana e qualche Uddiyana bandha che se magari fatti male e solo in occasione della gara, se non altro davano un bell’effetto placebo. E la statica? 5′ e poco più…

Da quell’anno l’appuntamento con la gara del Geno è diventata una sana abitudine e, nonostante per la tensione non ci dormissi già da due settimane prima, mi sono perso ben poche edizioni… perchè era diventato un rito da dover rispettare assolutamente, come la messa di Natale per chi crede… vabbé…

Ma non l’ho sempre vinta, anzi, negli anni ogni tanto le ho buscate, a volte in statica (specie a causa del grande Marco Morelli), e altre in dinamica (tipo l’anno in cui Tommaso Buglioni mi ha battuto nella dinamica con 150m quando io ne avevo percorsi 139). Già, è stata davvero lunga crescere nelle prestazioni… basta pensare che il primo 125m DYN l’ho fatto nel 2004 e il primo 150m DYN nel 2012… ben 8 anni per migliorarmi di 25m.

E poi è arrivata la svolta: forse perché ho cambiato attrezzatura, forse e soprattutto perché ho cambiato mentalità… Entrando nelle file del Team 506 di H2BO, infatti, mi sono nutrito di “sana ignoranza” (oltre che delle prelibatezze della Bottega Robespierre – antro magico del mio allenatore, Roberto Bortolotti, dove dal 2013 vado a recuperare dalle fatiche dell’allenamento), e ho cominciato a confrontarmi con altri atleti agonisti, il cui obiettivo era aumentare le proprie performance, ripercorrendo quel viaggio iniziatico che li avrebbe portati “oltre lo specchio”… E da lì c’è stato il salto: 150m nel 2013, 200m l’anno successivo (2014), poi 219m nel 2015 e, dopo la pausa forzata del 2016, quando ero a letto con un ginocchio ricostruito a suon di viti di titanio, ecco che sono arrivati i 225m di quest’anno (224.52m per l’esattezza ma spero che mi perdonerete l’approssimazione al metro più vicino).

La sorpresa più grande, tuttavia, è stata la statica (STA), disciplina che non amo particolarmente e che non alleno mai ma che, non so perché, mi sta dando più risultati delle discipline dinamiche. Come potrete vedere (o avete visto) nel video qui sopra, il protocollo di partenza e di chiusura non è stato quello ufficiale FIPSAS (solo la DYN rientrava nel circuito), ma mi sento di dire che un bel “cinque” a quel piattello giallo, se ci fosse stato glielo avrei saputo dare.

Ma per raccontare questa gara è fondamentale raccontare prima l’antefatto… Era da settimane che dormivo tra le 4.5 e le 5.5 ore per notte (quando da sempre me ne servono 8) e vagavo per il mondo con uno stato di veglia solo apparente; inoltre ero reduce da un fine settimana di bagordi: al MUSE di Trento e sul Lago di Caldonazzo, infatti, si festeggiavano i 50 anni di fondazione dello storico gruppo subacqueo Rane Nere, e il grande Michele Tomasi aveva organizzato grandi feste, aperitivi, camminate, ricche libagioni e balli fino a tarda notte. Troppo bello, non si poteva rinunciare… e poi perché dopo le 4 gare in 2 giorni del fine settimana precedente (Campionati Italiani Primaverili a Bari), non provare un nuovo “stress test” in modalità eno-gastro-apneistica? Detto-fatto. All’una di notte fra sabato e domenica ero a ballare musica (e video) anni ’80 sul lago di Caldonazzo in Trentino e alle 6 di mattina, si partiva in auto alla volta di Mortara: 4 ore di sonno e quasi 4 ore di viaggio (per fortuna non guidavo io altrimenti non saremmo mai arrivati). ebbene, cosa vorrai mai combinare in quelle condizioni??? Avevo dichiarato altino, per aver tempo di arrivare e rilassarmi un attimo prima della gara, ma crollavo dal sonno.

Poi il grande Gaspare Battaglia, che aveva dichiarato basso cosa combina? Stacca un 7’21″…sticazz… Lo incrocio, gli faccio i miei sentiti complimenti… e gliela do sù… oltre a lui partono con me anche Michele Fucarino e Davide Dameno, altri due ossi molto duri… mi dico, vabbè, ben che vada prendo un altro legno… Che bello partire per le gare sapendo già di aver perso… è tutto molto più facile.

Respiro piano per non far rumore… ah, no, quella era una canzone di Vasco… Respiro piano per non rischiare di iperventilare, conto alla rovescia da sfida western (o da gioco del nascondino) e si parte… Roberto Coluccio, mio compagno di squadra, mi assiste, e lì mi viene la grande idea: non ho dormito un cavolo in tutte queste notti, perché non farsi un pisolo ora… tanto non ho altro di meglio da fare…

I primi 4 minuti passano abbastanza piacevolmente (anche se non riesco a sognare a causa della fatica a trattenere tutta quell’aria), ma poi le contrazioni mi ricordano che da lì in poi le cose sarebbero state ben più difficili. Avevo chiesto di essere toccato dai 4’30” ogni 30″ e dai 6′ (sempre che ci fossi arrivato), ogni 15″ (da qui avevo anche chiesto di dirmi il tempo dal momento che avevo gli occhialini tanto appannati da non riuscire a leggere nemmeno il mio orologio), ma ai 5′ volevo già saltar fuori con tutto me stesso… ma avevo dichiarato di più, non potevo uscire.

Le contrazioni erano molto forti ma per fortuna molto più distanziate fra di loro del solito, e questo mi consentiva di rilassarmi fra una e l’altra; le trattavo un po’ come la sveglia sul cellulare al mattino, quando la azzittisci chiedendole di lasciarti in pace ancora un pochino (5′ alla volta in quel caso, alcuni secondi in questo)… e così il tempo passa: tocca, rispondi, tocca, rispondi, botta, relax, botta, relax… e arrivano i 5.30, i 6.00, e comincio a stare meglio… credo di averne ancora un po’ e resto lì, 6’30″… fino a quando sento dire il numero magico… “Sette Minuti!!!” E lì mi viene l’idea meravigliosa: rapido check, ma si dai… ne ho ancora: “Gaspare, ti vengo a prendere!!!”…
Diciamo che a sette minuti e mezzo la mira non è proprio ottimale, meglio stare un po’ abbondanti per evitare cavolate. Esco, ventilo forte, sento dire 7’32”, che figata, è il mio Personal Best, non posso non esultare. Mi sarebbe bastato già quello ma poi scopro che nessun altro aveva superato i 7′, e quindi avevo vinto… e mi sono detto… “Cavolo Gen… noooo, l’hai fatto di nuovo… 😉 ”

E per finire la classica frase di complimenti del Geno: “Minchia che claaasseeee” ahahahahah.

La dinamica (monopinna), invece, non ve la racconto per non tediarvi, ma vi dico solo che è stata dura, ancora di più di quella della settimana prima a Bari a parità di distanza realizzata. Fatto sta, il Fuca, partito prima di me e con 214m me l’ha fatta sudare ma alla fine ho vinto anche quella, e con questa bella doppietta di ori e con il fondamentale contributo di una parte importante del resto della squadra (Marco Aiello, Lorenzo Tabellini e Roberto Coluccio), per la prima volta in questo trofeo abbiamo totalizzato fra STA e DYN un numero di punti che ci ha permesso di vincere anche la combinata a squadre. Meglio di così non si poteva desiderare!!!

Ringrazio Gianluca Genoni e tutta l’organizzazione del Trofeo, e saluto e ringrazio tutti quelli con cui ho scambiato quattro chiacchiere dopo la gara e anche chi ha avuto la pazienza di leggere questo post.

Alla prossima!!!